Richiesta arma demoniaca Liv 1 siobhan ( pg istruttore Gaebriel)
Pg. Siobhan, Gaebriel
16:14 Siobhan [Cortile interno] La donna cammina all'ombra del porticato orientale del cortile, venendo dalla propria stanza. Il cielo è coperto, e non prova troppo caldo, ma ecco appunto che i passi degli alti stivali di cuoio la portano al di fuori di quel colonnato dorico, che si sussegue in un chiostro elegante lungo tutto il perimetro. Indossa un paio di pantaloni di pelle, succinti, neri, sorretti da un cinturone grezzo della stessa tinta. Sbatte leggermente le palpebre osservando il cortile. I lunghi capelli sono sciolti, scuri, come una cortina, sulle spalle nude e le braccia altrettanto. Indossa una fascia nera, che copre il seno, strettamente. Per il resto l'addome è nudo, cosa che non intacca la sua pudicizia o quella altrui, visto il cortile pressoché deserto. Al fianco destro tintinna la kusari gama, con la lunga catena arrotolata al fianco, come una serpe in attesa di attaccare, mentre al fianco sinistro sta il ventaglio nero, il tessen, con le lame inserite, e ora a riposo.
16:25 Gaebriel [Cortile interno] Dalla parte opposta arriva lui. I capelli dondolano sulla fronte ad ogni passo, come le maniche larghe della maglia bianca che indossa, strette ai polsi le maniche e gonfie in tutto il resto, i lacci sul petto sono lasciati aperti fino allo sterno, il resto della tela bianca e tenuto fermo dai pantaloni marroni che si pedono all'interno degli stivali alti di egual colore ma di un'latra sfumatura. Non lo si vede spesso ma anche lui quel giorno porta con se un arma, una spada, poco decorata, una spada che non porta effigi o fronzoli, una anonima arma che chiunque potrebbe utilizzare. La tiene con la mano destra inguantata come la gemella, dal solito tessuto di pelle nera. Una volta arrivato nel corridoio ci mette poco a vedere la sorella ferma nel cortile, nessun sorriso intanto che si accinge a giungere fuori dal colonnato. Non c'è tintinnio, ma solo rumore di passi.
16:33 Siobhan [Cortile interno] La donna cammina, silenziosa, sino al centro del cortile. La mano destra va a sfilare la Kusari Gama al proprio fianco. Il manico di cuoio e il falcetto, entrambi neri, sono tenuti strettamente nella palma di destrorsa. La catena, della lunghezza di 2,7 mt pende al fianco, arrotolandosi a terra, come il pitone che guarda con amore alla propria padrona, in attesa di attaccare, o di un qualsiasi ordine. Un lieve refolo di vento spazza il cortile, facendo ondeggiare i lunghi capelli dietro la schiena nuda, come serpi di tenebra. Gli occhi bicromi si levano in quel momento ad osservare la figura del confratello, che si dirige al centro del cortile, come lei, vestito sobriamente e con un'arma in mano. Il volto rimane inflesso, immobile, come un lago ghiacciato nel pieno dell'inverno, mentre con la schiena ben dritta e le gambe leggermente divaricate lo attenderebbe, silenziosa. L'ametista e l'onice di quegli occhi risalgono lentamente dai calzari di lui, a quello che si vede del petto su, fino al suo viso. -Gaebriel...-
16:44 Gaebriel [Cortile interno] L'incedere rallenta pian piano che la distanza si dimezza fino ad arrestarsi a due metri da lei < Guardatemi bene .. > Mormora afferrando l'elsa della spada con la mano destra mentre con la sinistra tiene la guaina. Ed ecco che con un gesto tira fuori l'arma che è grezza e per nulla da invidiare, una spada forgiata con gli scarti da qualche fabbro di quart'ordine < .. Non mi vedrete più con in mano una spada, non sono mai stato un amante delle armi > Spiega tranquillamente osservando la lama intanto che lascia cadere il fodero sull'erba < Quello che voglio insegnarvi non ha proprio un nome .. A me piace definirla Tecnica dell'Arma Demoniaca > Dice alla donna osservandola con gli occhi appena socchiusi per via degli ultimi raggi di sole.
16:54 Siobhan [Cortile interno] Gli occhi algidi e fissi di lei osservano il viso dell'uomo. Quegli zigomi, quei capelli sempre spettinati, quel volto eternamente giovane. -Ti sto guardando...-replica lei con la voce un po' roca, ma altresì chiara, mentre una lieve nota di malizia si insinua nella sua voce, al dire quella frase. La spada viene sguainata senza sforzo mentre lei seguirebbe il movimento con gli occhi. -Peccato...-dice mentre le labbra carnose si stirano in un sorriso delicato, che sembra ammorbidire i tratti congelati di quel volto. -...Ti dona.-. Solo quello prima di annuire, alle parole di lui, che le spiega di quella tecnica nuova, di cui lei non è ancora a conoscenza. Lo osserva, con iridi calcolatrici e attente, mentre impugna la Kusari gama, la falce rivolta a terra, lungo il proprio fianco, la punta che disegna un semicerchio volto all'insù lungo la gamba esile e ferma, i piedi ben piantati nel terreno così che a quella distanza di due metri lo osservi interamente.
17:09 Gaebriel [Cortile interno] < Preferisco altro alle armi .. > Risponde lui posando gli occhi sulla pelle scoperta di lei soffermandosi sulle forme femminili per tornare solo dopo un ungo istante al volto di lei < Adesso sono delle comunissime spade .. Ma un tempo quando ne ebbi di bisogno ho chiesto a Belia'ar di aiutarmi .. Non poteva manifestarsi in quell'occasione e l'unico modo che ebbe per salvare la sua marionetta fu dare alla spada che avevo in mano qualcosa di diverso .. Era decisamente più tagliente, come se avesse fatto una qualche sorta di magia, solo che sembrava che quella stregoneria la stessi facendo io .. Veniva da dentro di me, era lui che ha riempito quella stupida spada facendola diventare un arma distruttiva > Aveva bre'vemente raccontato la prima volta che aveva saggiato il potere dell'arma demoniaca, che sia vero oppure falso, che sia successo davvero o pure no, o contr(o chi era al tempo .. Non è dato saperlo < Questo è un addestralmente che non puoi > fare da sola hai bisogno di lei, non stai allenando il tuo corpo, dovete cercare insieme di trovare il giusto equilibrio, è lei che metterà il suo potere nella tua mano > Spiega ancora il mezzo tenendo la spada con la punta rivolta al terreno < Dovete essere tu e lei .. >
17:19 Siobhan [Cortile interno [1/2]] La donna rimane immobile, la mano sinistra al fianco puntata leggermente come il manico di un'anfora sulla pelle nuda. Fessurizza lo sguardo lasciando che lui la guardi, in silenzio e che lei corrisponda allo sguardo con un fosco brillio in fondo a quelle iridi sbagliate, prive di emozione, inquietanti, nella cornice di lunghe ciglia nere, mentre lo osserva. Ascolta attentamente le parole di lui mentre si mordicchia appena il labbro inferiore con gli incisivi. Ascolta ogni singola parola e ricordo, che le viene dato. E probabilmente accadrà solo quella volta, e solo per quello scopo. Quell'uomo incredibilmente chiuso, che non le dirà nulla, come non farà lei. Inspira profondamente dal naso, il petto trattenuto dalla fascia di cotone nero che si alza e si abbassa poi di seguito, mentre la linea scura delle sopracciglia si abbassa brevemente, formando una tenue ruga sulla pelle di lei. -Provo a farla entrare. D'altra parte a lei piace...- solo quelle parole, proferite con voce quasi sacrale, reverenziale. Dunque le palpebre si abbassano delicatamente sull'iridi, le lunghe ciglia che gettano una lieve ombra sulla gota pallida, mentre irrigidisce appena il braccio che regge il manico della Kusari Gama. Dentro la sua mente, invoca quella donna. La chiama contessa, con parole che la blandiscono e la voce che quasi sembra riecheggiare nei labirinti del raziocinio. La vede, bellissima, con lunghi capelli scuri, un manto di tenebra che scivola sino a terra e molto di più, erigersi con una corona di spine da una pozza di sangue caldo e vischioso. Nuda, viscida della vitae dei suoi amanti, con uno sguardo di sadico piacere negli occhi come braci ardenti. E le chiede, con la sottomissione di una serva, di venire da lei, di aiutarla.
17:35 Gaebriel [Cortile interno] Appena pronuncia quelle parole sorride, uno di quei sorriso languidi come se non aspettasse altro. Ma, quando lei socchiude gli occhi il sorriso svanisce ed il volto umano torna di pietra, quindi sposterebbe la gamba destra in avanti con uno scatto [agilià liv1] afferrebbe la lama della spada quasi a metà e muoverebbe un colpo da destra verso sinistra in diagonale in modo che l'elsa possa colpirla o sul braccio o sul fiano sinistro, in uno delle due zone libere. Il colpo non è intriso di potenza, ma ve ne è abbastanza da far perdere la concentrazione alla donna. Se tale gesto andasse a buon fine, oltre tutto ha fatto l'errore più grande andando a chiudersi nella sua mente insieme alla contessa, lasciando l'esterno e lasciandosi vulnerabile.
17:46 Siobhan [Cortile interno [2/2]] Lui sorride, ma lei non lo può vedere. Lei è chiusa, proprio lì, nella mente, con Reiga, quella splendida donna che ora la osserva, con occhi fiammeggianti nell'oscurità. Lui la coglie di sorpresa, e il suo colpo andrà a buon fine. Difatti il braccio sinistro di lei viene colpito, ma la concentrazione verrà probabilmente mantenuta [skill di contrasto animo di ferro liv 1]. Aprendo gli occhi di scatto, con un movimento innaturale, veloce e senza un briciolo di umanità la donna andrebbe velocemente, e quasi senza alcuno sforzo a cercare di di afferrare la lama della spada, tirandola appena verso di sé con uno strattone. [agilità 2-forza +1]. Sbatte le lunghe ciglia con un sorriso che si apre quasi mefistofelico sui lineamenti delle labbra carnose. In quella, in un recesso scuro della sua mente Reiga si eleva da quella polla di sangue, uscendovene grondante, seguita da un sentiero di fiamme guizzanti. -No.-bruciato la distanza che li separa in parte, visto che ha tentato di tirare la spada verso di sé, con lui al seguito. E la voce che pronuncia quell'unica sillaba sa della donna che lui vede, e di quella che ha veduto, orna di grandi ali nere.
17:58 Gaebriel [Cortile interno] Il colpo che aveva dato va dove aveva previsto e di fatti l'elsa della spada che tiene al contrario colpisce la donna al braccio, cio' non ferma la mutazione che si completa con la presenza del mezzo essere davanti a lui. Le mani che tenevano la lama si aprono appena percepiscono lo strattone, indi solo i guanti vengono lese e adesso è completamente disarmato. Un profondo respiro prima di alzare gli occhi verso l'essere mutato, occhi che non hanno più la colorazione umana, ma mutano in un colore giallo acceso, acceso come l'animo del demone che adesso vibbra dentro di lui < Non sfidarmi femmina .. > Il tono è graffiato e non quello solito è calmo della voce dell'uomo è più basso è rauco quasi come se provenisse da un'altra camera < Non provarci in questa seconda vita che ti sei presa .. > Più che parole sono proprio degli spassionati consigli i suoi. E adesso che non parla i respiri si fanno più profondi e lunghi. E' ancora uomo, non trasformato, non vi è motivo per l'altro di giungere
18:10 Siobhan [Cortile interno [2/2]] La donna lo guarda, con quegli occhi che nel profondo di quell'ametista e di quel nero si macchiano di un solenne bagliore di fuoco d'inferno. Sorride, sporca e laida, mentre lui le risponde. Lei abbassa il braccio sinistro con la spada ancora tenuta nel medio della lama, strettamente, alcune gocce iniziano a stillare dalla palma, piano, tra le dita chiuse. Rosse, e liquide. Gli occhi di lui che la fissano e lei che risponde, osservandolo senza che quel sorriso scivoli via. Non risponde a quel consiglio, solo con un gesto elegante lancerà l'arma, quella spada inutile, ai suoi piedi. -Riprenditi il tuo gingillo.-solo quelle parole mentre con un clangore di ferro la lama cade sul lastricato del cortile. -Impuro...-così l'appellativo che i sacri e antichi testi gli diedero, così lei chiama quegli occhi che come foschi topazi brillano nel volto di lui. -...Non intendo sfidarvi. Solo...contrastarvi...-sussurra mostrando la chiostra di denti regolari e inarcando le sopracciglia scure sui tratti di quel mortale e bel viso. -Lei e lui possono anche godere l'uno dell'altro, avendo a che fare in stanze buie...Ma tu...-e qui c'è una breve pausa. -Sei troppo antico per piacermi, Beli'al.-solo quello prima che la mano sinistra vada ad afferrare la catena che pendeva inerme dal manico della kusari.
18:24 Gaebriel [Cortile interno] Le labbra si muovo verso l'altro in un sorriso senza vita < Impuro è il nome che mi diede gli sporchi mortali, sai bene cosa si dice di me femmina, ma certamente non posso paragonare la mia bravura nel dialogo alla tu lussuria .. > I respiri si fanno sempre più profondi e da quelli che prima erano guanti cominciano a squarciarsi e mettere in bella mostra gli artigli, non sono più mani le sue ma vere e proprie armi < Lusingato delle tue nenie, ma sottolineo la tua .. Mezza, presenza qui > Parole che lasciano intuire che non puo' dire altro in quanto anche lei è stata sconfitta e che adesso si trovano entrambi in un posto non loro < Ora .. Profana lascia che t'insegni .. Si puo' essere forti anche adesso contro quei fratelli che ti hanno rinnegata > Ed ecco che ricomincia con la sua parola sempre pronta a convincere gli altri a far quello che vuole lui. Daltronde Beliar è stato quasi sempre associato al dio del male in persona.
18:30 Siobhan [Cortile interno ] Gli occhi fiammeggianti di lei, di rosso e oro, ora che man mano va sbiadendo, in palpiti gentili la tinta delle iridi umane, si legano al volto di lui. A quel sorriso attore di una morte che dimora in quel corpo umano di ragazzo giovane. Un lieve chinarsi del capo, ed un ondeggiare di capelli scuri, neri come l'ebano e come il piumaggio del corvo, in direzione del mezzo. -Ascolterò le vostre parole, Beli'al.-dice con quella voce calda, sensuale e roca, incastrata tra la gola e la lingua, che ne viene vomitata fuori con un bacio languido, di labbra che si uniscono e si dividono nel parlare, in tenui suoni. -Mostrami quale vendetta sarà la più adatta per insegnare ai Superbi che anche loro potranno perire...Proprio come noi...-in quel momento un'ombra di cupa soddisfazione riluce nelle iridi di lei, mentre lo osserva, le braccia stese lungo i fianchi, nella mano destra il manico di cuoio della falce nera, e nella sinistra la catena, che pende a terra per buona parte, completa del peso.
18:41 Gaebriel [Cortile interno] Gli artigli si ritirano, avevano solo fatto una veloce apparizione, un'apparizione che gli era costata un paio di guanti. Le gemelle tornano naturali < Adesso ragioni Reiga .. > Il nome viene pronunciato in un altra lingua, una lingua antica, una lingua che non si puo' conosce, una lingua che non esiste, ma che è presente solo nelle corde vocali di chi all'inferno è stato creato. Il petto dell'umano torna regolare e gli occhi riprendono la colorazione intensa di un cielo che sta andando a dormire, l'umano si sfila cio' che è rimasto dei guanti per lasciarli cadere sull'erba e recuperare la sua spada. Appena appena sconbussolato, ma non tanto da darlo particolarmente nell'occhio si mette dritto con la schiena e con in mano la spada che gli era stata presa poco prima < Ossequi Contessa .. > Mormora con un filo di voce e un leggere inchino del capo. Degludisce l'uomo prima di far danzare la spada nella mano. La lascia e la riprende più volte come se stesse cercando di trovare la presa giusta. Trovato il modo giusto osserva l'altra pari ma non dice nulla mentre sente percorrere lungo il braccio che regge la spada un calore innaturale, non brucia e non è visibile, sente il potere sotto la pelle, sente Beli'ar che lo investe di quel potere, tutto canalizzato nella spada che tiene a qualche centimetro da terra. All'interno trema, ma all'esterno il suo corpo è fermo immobilo, solo lui puo' sapere il fremito di eccitazione e la forza di quel potere che gli scorre dentro. La concentrazione era perfetta troppo intenta la donna a carpire quello che stava succedendo forse per permettersi un sotterfugio come il suo prima [Arma demoniaca 1/2]
18:55 Siobhan [Cortile interno ] Quelle mani di lui tornano ad essere le mani che ben conoscono la sua pelle, che ben conoscono le mani dell'altra. L'Idioma che usa, che scivola da quella bocca che suscita, proprio come il signore che la dimora i peccati più sensuali e osceni, è una lingua che la mezza comprende, e alla quale il sorriso che prima appena ornava le sue labbra, come un velo d'acquarello, ora diventa vivido, e chiaro. I guanti vengono abbandonati e lei lancia giusto una fugace occhiata alle palme di lui. Per poi far sì che quegli occhi di un'ametista vivida di rosso ed un nero che si tinge di ambra, solo negli ultimi palpiti del crepuscolo, tornino al guardo di lui, un oceano di ghiaccio e oscurità. E non appena lui saluta la controparte lussuriosa della donna, questa inspira profondamente. Una vibrazione scura, come una palpitante ed infernale, e calda e viva linea d'energia, è proprio lì ad un passo da lei, che scende, in quella spada, che quasi sembra erigersi e rinascere, ad un modo nuovo di essere arma e protezione, come se una nuova ed unica lama si stia forgiando per mezzo di un nuovo potere sotto quegli occhi dispari, che si abbassano sulla mano di lui, scendendo lungo il filo dell'arma. Non si vede nulla all'esterno, solo quello splendido corpo che improvvisamente si è fatto statua, e quell'energia, che batte la sua presenza, come oscura inquisizione. [Riconoscere il maledetto LIV.3]
19:13 Gaebriel [Cortile interno] La magior parte dell'energia del demone viene inserita dentro quella spada che dall'aspetto comune e vecchio parrebbe perfino inutile al taglio. Il peso è rimasto lo stesso non vi è quindi una variazione neppure in quell'aspetto, allora cosa è successo? Cosa è mai cambiato? Adesso è possibile fare molti più danni all'avversario o alla cosa alla quale si punti l'arma. Il braccio adesso si solleva e la spa viene puntata verso la donna, braccio e arma sono paralleli al terreno ed il dorso della destra e rivolto verso l'erba < La sentite? > Domanda tenendo ancora l'arma puntata verso di lei come se volesse ucciderla o come se la stesse sfidando davvero < Immaginate i danni che potrebbe fare sulla carne della vostra serva .. Io lo vevo .. E voi? > [Arma Demoniaca 2/2]
19:22 Siobhan [Cortile interno ] Rimane immobile. Non un solo passo viene fatto indietro, o una sola movenza del capo nel vedere quella spada che lentamente si alza, sino a sotto il suo mento, sotto quella gola di cui lei si serve, per esprimere i propri voleri. Il volto è rimasto inflesso, come un lago colto nel pieno del suo peggior inverno. Lentamente sbatte le palpebre, lentamente, come se il tempo che avesse innanzi, a propria disposizione, fosse tutto quello del mondo. Ed effettivamente è così. La lingua saetta qualche istante fuori dalle labbra, per inumidirle, così che non si secchino nel rispondere alla sua domanda. -Sì, la sento. Non c'è bisogno che me lo chiediate...-e quella voce è lussuriosa, maliziosa, piena, e calda, e tutte le voci del mondo e nessuna, e quella di siobhan, e quella della Contessa, leggermente metallica. Lo sguardo fisso in quello di lui mentre un brillio fioco si spande in quelle iridi di ombra e magenta, nello scrigno di pizzo di lunghe ciglia curve. Sono solo le labbra a muoversi nella stasi quasi ieratica in cui permangono. -Sì, lo vedo. La vedo contorcersi dal piacere mentre lo fate...-sibila con una punta di cattiveria maliziosa la contessa, osservando il volto il custode dell'Impuro. [Riconoscere il maledetto Liv 3]
19:34 Gaebriel [Cortile interno] Non vi sono sorrisi, ne veri ne finti, ne fittizzi o inutili, non vi è nulla sul volto dell'uomo che continua a reggere l'arma a pochi centimetri da lei < Annegherebbe di piacere se potesse utilizzarla contro di voi, ma questo non è il luogo e Voi .. Non siete l'essere prescelto per questa follia > Favella lento nel spostare la lama da lei e puntarla perso una delle pietre più grandi del cortile interno del Tempio. Indi il passo si muove verso una dei massi, non oltre i 50 centimetri di altezza e spessore. Prenderebbe l'elsa con entrambe le mani e l'alzerebbe al di sopra del capo puntanto la lama sul masso, ed imprimerebbe una forza dall'alto verso il basso molto più grande di un semplice e comune umano [Forza liv 1]. Lascerebbe solo a quel punto che la lama batta sulla superfice dura della pietra e con quel colpo il masso si distruggerebbe, frammentandosi in diversi pezzi, che vanno spargendosi ai piedi del mezzo. Tirerebbe nuovamente a se l'arma per mostrarla a lei cosi che possa vedere la perfezione che nulla della vecchia levigatura è stato intatto e solo allora la lascerebbe cadere ai piedi di lei come ella fece in precedenza. Appena l'oggetta lascia la sua mano il potere maligno finisce ancor prima che possa cadere sull'erba < ADESSO è un comune gingillo > Perchè non dimentica il mezzo, ma soprattutto non dimentica Beli'ar.
19:46 Siobhan [Cortile interno ] Lo sguardo permane sempre nel suo, duro e fisso, senza che si distolga dal volto giovane ed imberbe. Uno sguardo duro, fisso, perverso corrotto. Lo guarda spostarsi mentre lei lo fissa, in silenzio, improvvisata statua di sale, principessa del vizio. E in quel momento lo vede abbattere la spada su di un masso, come fecero forse molti altri prima di lui, ma non con il risultato che il mezzo sembra ottenere: la pietra crolla e si sfalda, in mille pezzi, piccoli sassi che rotolano sul terreno, in una nube di naturale pulviscolo. E quando lui gliela mostra non c'è nulla in quella lama che sia diverso, o nulla che sia scalfito. -E sia...-dice con quella voce calda e sporca, mentre inarca appena l'angolo destro della bocca, che si sfregia di un'espressione inumana e sadica, e bella, come il più profondo angolo dell'inferno. Le dita di Siobhan, della contessa, si muovono appena silenziose per cercare di impugnare più saldamente l'arma che stringe tra le mani. Cerca nel frattempo di raccogliere ogni briciolo di concentrazione, ogni soffio d'intelletto, perché quello che ha visto fare le riesca. Lentamente le dita hanno un tremito, mentre Reiga con palpiti affaticati, e lenti, cerca di ritrarsi dagli occhi del suo involucro mortale, quella bellissima, fragile, deviata vittima. In quel momento dunque solo un ultimo guizzo degli occhi, di inquietanti fuochi e lontani sfavillii d'oro farebbe capolino dalle iridi di pervinca e notte della falce, mentre inspira profondamente, se la concentrazione fosse riuscita, e continuasse. -Addio, Gaebriel. Spero di averti, un giorno...nel mio letto...- e in quella frase, appena pronunciata, che già si perde su un tramonto che muore e cede il passo alla sera, non c'è più nulla della donna che lui ha avuto, ma tutto della Contessa che il suo demone ha messo in guardia. [Arma demoniaca, concentrazione 1/2]
20:03 Gaebriel [Cortile interno] Lento comincia ad indietreggiare piccoli passi alla volta in dietro, non per paura della donna ma semplicemente per darle campo libero per l'esperimento. Ed era giorno quando avevano cominciato e adesso si rende conto che qualche confratello avea acceso delle candele nel tempio, ma non aveva sentito nessuno tanto vicino, certamente chi lo ha fatto ha lasciato ai due l'intimità di quell'allenamente, o forse troppo stranite che un monaco possa insegnare a combattere da una falce aveva fatto dietro front persuaso. Si umetta le labbra l'umano osservando la sorella concentrarsi in modo che tutto vada per come lo aveva visto < E' lei che deve darti il potere, e tu lo devi solo accettare > Mormora non troppo forte per evitare che si possa sconcentrare.
20:10 Siobhan [Cortile interno ] E lui le lascia spazio, le lascia campo, giusto qualche metro, giusto un po' di respiro perché la contessa abbia lo spazio necessario, il tempo che serve per prendere quell'umana, e renderla, una volta di più il proprio strumento, per il riscatto di una vita che ha perduto, di un orgoglio che è rimasto. E lentamente direbbe, nella testa di quella splendida ed esecrabile umana. -Io sono colei che attraversa il tempo e lo spazio...e tu sei quella che riceverà il mio potere...-, cosa che riecheggia nella testa di lei, in cicliche tonalità, mentre un calore, come il fuoco che la contessa domina, inizierà a discendere, scaldando quel braccio che sorregge il manico della corta falce nera. Il capo viene lasciato andare un po' all'indietro mentre quel calore diviene sempre più intenso, sempre più insostenibile, come se il fuoco, e altre cose, tutte appartenenti all'inferno, stiano discendendo in quel braccio percorrendo quelle vene, senza tempo, senza ritmo, solo un tambureggiare folle e e scellerato, che va discendendo probabilmente, in quella falce, e in quella catena.[Arma demoniaca, concentrazione 2/2]
20:21 Gaebriel [Cortile interno] L'invito della contessa è stato tacitamente accettato, non lascia nulla dietro di se il mezzo, ne lui ne l'altro, entrambi si prendono tutto cio' che vogliono perchè con pazzienza e parsimonia tutte le porte si aprono anche quelle invulnerabili. La osserverà nel momento della concentrazione in silenzio come un gatto che osserva i movimenti della sua preda. Per lui è stato certamente diverso nessuno gli ha detto come fare è venuto da se e riproporlo a se stesso è stato più complicato che scappare da una bettola con un angelo che ha sentito la tua presenza, ma questa è un'altra storia, questo è solo quello che era, adesso è Tutto. Raddrizza la schiena e sistema le mani dietro accogliendo la sinistra mano nella destra, lasciando le gambe leggermente divaricate.
20:30 Siobhan [Cortile interno ] Ora Reiga sparisce e si infila in quell'arma, completamente, percorrendo con un fremito la lunga catena di ferro nero. In quel momento dunque è Siobhan che sbatte le ciglia, su un viso tornato apparentemente umano, con un'espressione di sgomento e meraviglia sul viso. Il capo verrà voltato lentamente a destra, mentre la mano sinistra con la catena si alza leggermente con un leggero tintinnio. Uno scricchiolio dei grezzi stivali di cuoio che calpestano l'erba mentre si pone frontale al muro che prima era alla propria sinistra, i piedi in corrispondenza delle spalle. Il polso sinistro viene ruotato con movimenti leggeri e veloci, al proprio fianco sinistro, il braccio che crea un'angolo di circa 45 ° con il busto, la catena che accanto al corpo inizia, con leggeri sibili, a prendere lo slancio necessario perché vada a segno. [forza +1, agilità liv 2]. Ed ecco dunque che raccogliendo leggermente la gamba sinistra, la gamba destra viene usata come perno per dare lo slancio al braccio. questo viene spostato indietro, formando un semicerchio con ampiezza 90° perché poi con il busto si slanci in avanti, la schiena lievemente ricurva e il braccio sinistro teso e dritto. La catena sibila, tagliando l'aria, dritta come un filo di piombo. E andrà ad abbattersi proprio dove la mezza aveva voluto, accanto ad un sostegno infisso nella pietra ,per le fiaccole. Questo si crepa e il sostegno vola via, disegnando un ampio semicerchio nell'aria, in una nube di polvere densa di marmo nero. Sbatte le ciglia mentre cadendo a terra il peso, la catena fa una lieve resistenza. Compiuto quello, il braccio destro lascerebbe scivolare la falce sopra l'avambraccio, tornando a raccogliere la catena, che come una serpe giace sui muscoli anteriori del polso. La falce facendo da contrappeso scivola per terra così che la catena strisci per tre metri sino a lei, che la raccoglie, per poi con un'agile movenza del polso, far saltare la falce accanto a sé e riafferrarla. Ed ora, solo ora volterà il capo verso di lui, guardandolo con la medesma espressione di meraviglia.
20:50 Gaebriel [Cortile interno] Guarda le movenze della donna, anche in quel fare mascolino riesce a mantenere la sensualità che sono una vera donna puo' avere. E per quanto possa essere difficile con una spada riesce egregiamente con la sua Kusarigama a colpire e distruggere quello che aveva puntato. Solo quando gli occhi di lei torneranno su quelli del mezzo, batterà ciglio e muoverà un flebile sorriso solo con una parte delle labbra < C'è sempre il meglio Siobhan > Perchè in questo non vi sono complimenti, si tratta di allenamente e solo cosi riesce a spronare, ma poi chi meglio di lui lo sa. Flette il capo in avanti a mo d'inchino un tacito "prego" al suo "non grazie" < Non ti peserà in allenamento .. Ma mantenere quella forza a lungo ti destabilizzerà, ma con il tempo ci farai l'abitudine .. Forse > Lui per esempio non si era ancora abituato a non è il caso di andarlo a sbandierare.
20:56 Siobhan [Cortile interno ] Non dice niente, i primi momenti non riesce a parlare. Sbatte le palpebre, mentre a quel punto con un profondo sospiro lascia cadere sia il falcetto della kusari gama che la catena, che inermi, senza la loro padrona, pendono apparentemente privi di vita sdraiati sul terreno. Si umetta lentamente la bocca, osservando quella catena. Quel momento in cui era quasi tornata...come prima, perché Reiga era in quell'arma. Quasi. E dunque il respiro è lento, affannoso, pesante, mentre il petto, coperto solo da quella fascia di cotone nero si alza e si abbassa, lentamente. Il volto leggermente patinato dai capelli si nasconde dietro onde scure come rimasugli della notte che sta venendo. L'unica luce di quel cortile è quella arancione e calda proveniente dalle candele all'interno del tempio, che li inonda come un alito d'inferno. Ed ecco dunque che con un movimento secco e quasi inumano si volta verso di lui, compiendo pochi passi precisi perché possa bruciare la distanza che li separa. Sta immobile, qualche istante. Uno, Due, Tre...Gli occhi di lei, stanchi e ancora meravigliati, al punto da sembrare umani fissano quelli di lui, prima che silenziosa, solo i lievi rumori del respiro, come echi si levano da quella bocca, si lasci cadere a terra, sulle ginocchia, con un tonfo sordo e un tintinnio lievissimo della fibbia degli stivali e del cinturone a cui appende le armi. La fronte di lei andrà a cercare di posarsi sulle gambe di lui, cercando con le labbra il palmo della sua mano. -Grazie...-solo quell'ansito, appena un sussurro, mentre con le palpebre calate a mezz'asta osserva il terreno.
21:11 Gaebriel [Cortile interno] Non puo' non crogiolarsi nel vedere l'espressione di lei, nel vedere cio' che quel segreto scoperto le abbia creato dentro. Sia lei che Reiga, ma soprattutto più la Caduta che l'umana, hanno certamente potuto appurare che le sue non sono solo parole, ma cio' che dice è fondato e reali, esistente come quello che è appena successo. E quando lei sarà davanti a lui in ginocchio le passerà una mano tra i capelli, senza cercare un suo sguardo ma andando ad osservare il tempio, alla ricerca di qualcuno che possa aver visto < Voglio solo che tu e Reiga vi rendiate conto di quanto potenziale avete e che se seguirete la mia parola potrete essere alla pari di chi vi viene contro, ma soprattutto .. > Lascia la frase sospesa cercando il volto di lei spostandolo tirando con un gesto leggero i capelli < Non sarete più vittime ma carnefici >
21:27 Siobhan [Cortile interno ] Rimane lì, come abbattuta e adagiata, nell'erba, con il capo chino. Il respiro va via via regolarizzandosi, la testa piena della eco della voce della contessa, e delle parole di lui. La mano del mezzo trova il giusto sentiero per inoltrarsi tra i lunghi capelli neri lì sostandovi come un ospite gradito. A quel punto dunque lei si abbandona al tocco della sua mano. Ascolta le sue parole, confortanti, e spera, vere. In silenzio, mentre il rumore del proprio respiro non si sente più. Il gesto di lui che leggermente le tira i capelli, e che la fa gemere, calare le palpebre a mezz'asta sull'iridi diseguali, frementi, perdute, mentre le lunghe ed arcuate ciglia tremano e il viso viene levato, da quel gesto, per volgersi all'indirizzo di quello di lui. -Sì...Mio Signore. -Ed è la prima volta che le labbra di lei, in sua presenza, esalano un simile verbo. La prima volta in assoluto, mentre adagia il volto sul suo polso, udendone il battito cardiaco, quel sangue che scellerato gli corre nelle vene. E udendo quel battito di cuore, ancora umano, ancora disperatamente mortale sussurra solo -Tu sei sempre così terribilmente calcolatore, Gaebriel...-
23:31 Gaebriel [Cortile Interno] La mano rimane ferma tra i capelli della donna, non ha movenze solo l'altra che adesso e libera risale sul collo di lei alla ricerca degli zigomi dove vi ferma il dorso carezzando la pelle con le nocche < Non dire cosi .. Quello bravo con le parole sono io > Mormora con un sorriso questa volta per nulla accennanto anzi .. Un sorriso che si crogiola nella compiacenza e lei come la sua dannata sa perfettamente come deve farlo < Ieri notte, dicesti che dovevi parlarmi .. Spiegarmi qualcosa > Ed a quel punto si cala anche lui, lentamente e con movenze fluide si piega sulle sue gambe per posare prima un ginocchio poi l'altro cosi che adesso saranno a pari altezza.
23:46 Siobhan [Cortile interno ] Lei lascia che lui le carezzi la pelle, sente il tocco pungente di quelle nocche dure, sull'osso dello zigomo e poi delicato, sulla gota un po' più morbida. E poi si inginocchia mentre lei ansima, di aspettativa e desiderio per quel dolore troppo breve, già scema sui flutti del sangue e della pelle. Il sorriso di lui, con quei denti regolari, che gli illuminano il volto come poche altre volte o mai ha visto. Le palpebre tremanti lo seguono nel suo movimento elegante, fluido. Una serpe, la serpe tentatrice, quella dell'albero e della mela e della prima donna. La serpe del primo peccato. -Partiamo da lontano...- sospira, delicatamente. Abbassa le palpebre, quasi ricordando. -Sono figlia di un mezzo demone e di mia madre. -Mia madre non mi voleva. E io sotterravo i morti. I miei occhi mi hanno sempre valso torture, additamenti...E poi...poi mi sono innamorata di un vampiro. L'unica volta che ho fatto questa...sciochezza...-sillaba seriamente, poi ridendo piano di una risata calda, e di gola. In quel momento dunque continuerebbe, cercando la mano di lui per sfiorarla e tranquillizzarsi. -Mi hanno rinchiusa. Picchiata. Frustata. Seviziata. Insultata. E a lungo, in quell'antro buio...io non ero più capace di vedere. E l'unica cosa che mi diceva che ero ancora viva era il dolore. Al punto che...lo volevo. Lo voglio...-ansima, andando a chinarsi in avanti col busto sino a sfiorare le ginocchia di lui con i capelli. -Al punto che...non sapevo più provare un'emozione sana. Al punto da...amare solo quello. Solo il sangue. Solo il mio...patimento...Gaebriel...Mio Signore...-e in quella si rivolge ad entrambi, con quella calda e pacata voce, ancora china, quasi in posizione fetale,gli occhi bicromi al terreno.
23:59 Gaebriel [Cortile Interno] Muto ascolta il racconto della donna, tutto poteva aspettarsi che il racconto di una storia passata, tutto fuor che il racconto di cio' che era stata, il perchè era cosi, ed è strano pensare che se sono quegli occhi nn fossero stati diversi, la storia sarebbe cambiata. Quando lei si china in avanti entrambe le mani scivolano sulle spalle e poi sulle braccia di lei i cerchi concentrici a fior di pelle. Era il dolore quello che cercava? Di certo non sarebbe stato lui a darglielo < Perchè mi racconti questo Siobhan? > Domanda solo dopo un lungo silenzio.
00:05 Siobhan [Cortile interno ] Sta ancora china a fissare quel terreno infruttuoso, cosparso di pietre. Deglutisce e ansima. E con quelle carezze delicate, che fa lui sulle sue braccia nude, allora lei capisce: capisce che lui non le farebbe del male. Nemmeno se glielo chiedesse. Solo se lo volesse. A quel punto lei solleva il volto lentamente, con occhi tranquilli, e lo osserva, attraverso una coltre di lunghi capelli neri, spettinati. -Perché era l'unica cosa che non sapevi. Perché è l'unica cosa che voglio. Perché ti desidero se....non mi fai male? Perché sei così...-in quel momento serrerebbe gli occhi, inspirando ed espirando, velocemente dal naso, profondamente il petto che si alza e si abbassa, i gomiti posati su quei pantaloni di pelle, sulle cosce esili. Le spalle s'incurvano un po' verso il basso. -Perché tu hai queste mani? Perchè?-chiede ora, con sguardo vitreo, mentre lo osserva, i capelli oscuri che velano quel viso di luna e porcellana come una nuvola indistinta.
00:29 Gaebriel [Cortile Interno] Quando la sente muoversi sotto di lui scosta le mani e la lascia alzarsi. Come in precedenza non risponde subito alle sue domande, lascia correre un lungo silenzio. Inclina la testa di lato e si lecca le labbra per poi abbassare questa volta lui gli occhi ma non sull'erba ma sulle sue mani < Inesperienza .. Esse sono il mio monito, le guardo ogni giorno per ricordarmi chi sono e cosa posso fare > Le ripone adesso sulla cosce e torna a fissare la sorella < Vuoi che ti faccia del male? Mi stai chiedendo questo? >
00:38 Siobhan [Cortile interno ] L'Impura si ferma ad un respiro soltanto, quasi una scortesia, tacere. Gli occhi rimangono sul viso di lui, lo sguardo blu e intenso dell'uomo che si abbassa sulle proprie mani. Su quelle ferite cicatrizzate, bianche, lucide in rilievo. E gli occhi di lei seguono la traiettoria del suo sguardo, quelle cicatrici. E ne seguono le vie e i sentieri, le alture e gli avvallamenti. Il silenzio che è calato tra loro, come una spessa e palpabile cortina di fumo, si protrae, in battiti infiniti e senza scopo. A quel punto alza gli occhi, nuovamente su di lui, quasi nel momento in cui il pari fa quel gesto, così che speculari appaiano le loro figure, quel movimento. Lei donna, lui uomo, entrambi maledetti. Lei come una bambola rotta, con le gambe ripiegate in malo modo accanto ai fianchi, il ginocchio che duole, lui abile giocattolaio in attesa di capire cosa farne. -Non hai bisogno di cicatrici per ricordartelo, Gaebriel...-mormora solo lontana, per poi ritrarsi un pochino, muovendosi un po' incerta sulle ginocchia affondate in parte nell'erba. -Non avrei dovuto...-poi si blocca. La domanda di lui le fa perire la voce in gola. -Sì lo vorrei. Ma non lo farai. E non ho intenzione di supplicarti.-dice con voce seria, abbassando un po' lo sguardo, ancora, sul petto di lui, dove prima ha sentito battere il centro nevralgico di quel corpo immortale, ma solo per metà.
00:52 Gaebriel [Cortile Interno] < Oh si che ne ho di bisogno .. La gente non sa aspettare, la gente corre, la gente vuole tutto e subito, non ci sono le attese, i desideri .. Non c'è nulla di tutto questo, non si sa attendere ed ecco il grande errore, l'attesa ti permette di pensare, riflettere, ragionare a pieno e ti fa avere la conclusione che volevi .. L'inaspettato lo crea l'uomo stesso perchè non è a conoscenza della parsimonia > Questo è quello che lui pensa, punti di vista ovviamente, possibili da accettare come no. A quel punto si rialza posando le mani per terra per fare leva e mettersi in piedi < Pensacci Siobhan, perchè vuoi qualcosa che hai sempre avuto più tosto che qualcosa che non hai mai avuto? >
01:01 Siobhan [Cortile interno ] Le parole di lui si riversano come una fiumana addosso a lei, che lo guarda, lo osserva con quegli occhi spaiati, quel vino versato, di un viola acceso e quel piccolo puntino di tenebra in ciglia altrettanto fitte. Sbatte le ciglia, come un cerbiatto spaurito in quella, sorpreso dal fuoco delle fiaccole, dalla verità delle sue parole. Deglutisce umettandosi velocemente le labbra. Scuote il capo alle parole di lui. E fissa il terreno, quasi sconcertata, turbata. E quando lo fa lui anche lei fa leva sulle mani. Si alza e si guarda attorno quasi spaesata. -Non lo so.-ammette in un tremulo ansito, quasi incerto, appena udibile. -Buonanotte...Gaebriel...-e quel nome appare come la cosa più bella e la più peccaminosa su quelle labbra di fuoco e demone. Ed è solo allora che i passi claudicanti, per via della fatica al ginocchio di dover esser rimasta in quella posizione a lungo. Si volge ancora qualche istante verso di lui. Solo uno sguardo. Raccoglie poi la kusari gama, in silenzio. E corre, via, fuori dal tempio. <exit>