Una mattina di buon ora Pavel svegliava la figlia per portarsela dietro durante uno dei suoi viaggi di lavoro.
Ad Empusa piaceva osservare il sole brillare mentre il caretto che la trasportava dondolava. Oh che viso angelico, che bel vestito! Poi, osservando meglio, ecco che la Bambina era circondata da carcasse di uomini,donne e ragazzini della sua età. Lei stava perfettamente seduta, composta, con le mani appoggiate sulle cosce mingherline e nude, e lo sguardo trasognato di chi non ha paura.
E' arduo il lavoro del Becchino. E per svolgerlo ci vuole ANIMA DI FERRO e..stomaco. Oltremodo una notevole RESISTENZA fisica per poter lavorare coi ritmi di Pavel. Scava la fossa, gettaci il corpo, chiudi la fossa, dormi appena qualche ora e di nuovo in viaggio per i campisanti del Regno. Empusa cresceva ed imparava il mestiere del padre.
Una sera d'inverno trovò Pavel in mezzo al cortile. Era riverso contro il selciato innevato. Ceruleo e immobile. Morto. Allora Empusa lo caricò di peso e scavò per lui una fossa come se fosse stato normale.
Sola nel mondo contemplava la Morte e i suoi figli curandoli come se le appartenessero. Puliva i cadaveri ogni giovedì ed ogni venerdì questi venivano presi e portati ai cerimonieri dei riti funebri. Ma chi sta in ammollo nel peccato non può fuggire da esso. L'anima cominciava a contaminarsi e la mente a macchinare strani desideri. Una sera decide che era il caso di uscire, di cercare qualcosa da fare, di distrarre la mente da quell'osceno desiderio di sangue. E per la strada incontrò un uomo sbronzo che le veniva incontro cercando di adescarla. Lo stiletto regalatole dal padre si conficcò nelle carni di venti centimetri quando l'uomo le piombò addosso di peso. Lei cercava solo di difendersi. Assassina.
Quello fu il primo passo. Man mano che il brivido del potere sulla vita e la morte la divorava, più il suo cuore cominciava ad avvizzirsi. Non era più in grado di amare, non era più in grado di provare pietà, non era più umana.
Giocare ad essere Dio è appagante, lei lo sapeva ed ogni tre giorni le piazze si popolavano di voci che sparlavano su di lei "E' una Strega!" dicevano "Giace coi Morti, Meretrice" - "E' disturbata, stiamole lontano". E fu confinata in uno dei Cimiteri senza veder per anni anima viva.
Durante una notte come le altre, Empusa era irrequieta e decise di portarsi oltre i confini conosciuti nel tentativo di ritrovare il corpo di uomo che era stato 'smarrito'. In quell'occasione incontrò Lui.
Mentre incespicava nel cadavere paffuto di un quarantenne, cadde ai piedi di un Uomo dalla bellezza indiscutibile. Sembrava un Dio reincarnato. "Non è solito trovare una donna a giocar con dei cadaveri..." le disse "cosa siete?" rispose "Sono il predatore...e tu sei la mia preda". Lui si avventava con foga sul suo corpo ed ogni tentativo di sfuggirgli era impossibile. Così, contro natura, la preda si arrende al predatore "fate in fretta" disse mentre piangeva ed aspettava di esalare l'ultimo respiro. Ma il Vampiro la rassicurava "Ho ben altro in mente per voi...la morte...aspetterà"